La transizione ecologica è ormai un processo inevitabile e “mettere la testa sotto la sabbia o cercare di fermarla è inutile”. L’importante secondo l’AD di Enel Francesco Starace, intervistato lo scorso 25 luglio da “Il Corriere della Sera”, è capire come governare al meglio questo processo traendone ogni possibile vantaggio: “Dico questo anche perché noi abbiamo chiuso 23 centrali elettriche negli ultimi sette anni, senza licenziare nessuno, nel frattempo abbiamo investito sulle rinnovabili, le reti, la mobilità elettrica e incentivato l’elettrificazione dei consumi da parte dei nostri clienti”.
L’Italia su questo fronte è in una condizione migliore di quanto si pensi: “Non abbiamo, per esempio, un’industria estrattiva che deve essere chiusa, non ci sono miniere di carbone come capita in Polonia, né decine di centrali a lignite da chiudere come in Germania. Abbiamo avviato una campagna sulle rinnovabili già qualche anno fa con eccellenti risultati”. Iniziative che permettono oggi al Paese di disporre di una delle economie circolari più sviluppate.
Basti pensare che gli obiettivi della Germania sui mix energetici al 2030 corrispondono all’attuale situazione italiana. E adesso “quello che dobbiamo fare è aumentare la velocità e migliorare ulteriormente il nostro mix energetico e la capillarità delle reti, diventare più sostenibili e meno dipendenti dall’importazione di materie prime e combustibili fossili dall’estero”. In questo modo, come evidenziato da Francesco Starace, sarà possibile “generare più posti di lavoro rispetto a quelli che verranno a mancare”.
“La transizione è inevitabile, mettere la testa sotto la sabbia o cercare di fermarla è inutile”
Francesco Starace, Enel CEO
Nell’intervista rilasciata in occasione del G20 di Napoli su clima ed energia, l’AD di Enel parla anche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: “Dopo la sua introduzione già il prossimo autunno aggiorneremo il nostro piano, del resto oltre all’Italia, anche Spagna, Romania e Grecia, dove siamo presenti, hanno previsto importanti piani economici”. Per mezzo del PNRR il Gruppo punta a “incrementare notevolmente nel giro di cinque anni il volume di investimenti sulla rete in Italia e in Spagna”: senza dimenticare “tutto il lavoro per l’efficientamento energetico, i condomini, la mobilità elettrica e i porti verdi”.
In particolare sulla mobilità elettrica “il nostro ruolo è affiancare i costruttori per capire quale tecnologia è richiesta alla nostra rete per fare in modo che la ricarica e l’utilizzo dell’auto siano il più efficienti possibile”: in dieci anni “installeremo nel mondo 4 milioni di punti ricarica pubblici e privati, oggi ne abbiamo 180 mila”. È questo l’impegno che si è preso Enel: “Tradotto vuol dire aumentare di venti volte il volume dell’attuale business”.
Ma il Gruppo, come evidenzia Francesco Starace, guarda anche alla Sardegna, dove “non è mai stato portato il gas metano” e si sono create le condizioni per un percorso di totale elettrificazione dell’isola. Merito anche dell’annunciata chiusura entro il 2025 di due centrali a carbone e della predisposizione da parte di Terna di un nuovo cavo sottomarino per aumentare il trasferimento di energia: “Con l’installazione di 4/5 mila megawatt di rinnovabili e di un migliaio di megawatt di batterie possiamo rendere entro il 2030 la Sardegna la prima regione italiana ad allinearsi ai modelli del futuro. Il tutto creando posti di lavoro e innescando un processo virtuoso”.
Redazione Enel